AMADEUS - “Mediocri di tutto il mondo, io vi assolvo!”

Sull’eterna sfida tra Genio e Mediocrità si gioca la trama di uno dei più grandi film girati da Milos Forman, “Amadeus”. Un film che riprende con originalità la leggenda ottocentesca sulla presunta rivalità tra Wolfgang Amadeus Mozart e Antonio Salieri, voce tra l’altro ampiamente smentita dalla critica musicale, ma che ha sempre mantenuto intatto il suo fascino, tanto che nell’ottocento lo scrittore Alexander Puskjin e il compositore russo Nicolaj Rimskij-Korsakov hanno avuto successo nel tramutare in prosa ed in musica questo pettegolezzo.
Nel XX secolo poi Peter Shaffer ottenne premi a iosa con la sua tragedia “Amadeus”, che infine Forman, su sceneggiatura dello stesso drammaturgo inglese, portò nel 1984 sul grande schermo.
I due punti di forza del film li ritroviamo nelle magnifiche prestazioni dei due attori principali e in una scenografia da favola, che ripropone fedelmente la Vienna del Settecento, patria della musica.
Murray Abraham, un Salieri davvero perfetto, diabolico e affascinante al tempo stesso, e Tom Hulce, un Mozart infantile, genio assoluto della musica, ma anche anima tormentata e fragile, raggiungono livelli di eccellenza che poi raramente avrebbero ritrovato in futuro; ed è un vero peccato che le loro carriere da questo film in poi non abbiano avuto il lancio definitivo tra l’Olimpo dei grandi.
E’ tra l’altro innegabile che al fianco dei due protagonisti in carne ed ossa si manifesti un altro personaggio chiave: la musica sublime di Wolfgang Amadeus Mozart.
“Come può mai Dio esprimersi attraverso un fanciullo così osceno”, è il tarlo che tormenta Antonio Salieri, che così si fa generale di un esercito di mediocri per sconfiggere la perfezione della creatura cara a Dio, l’enfant prodige della musica di tutti i tempi, quel genio immenso ma dall’animo fanciullesco, che irrita non poco il nostro Antonio, il quale tra l’altro è uno dei suoi più fervidi ammiratori.
Il film è stato girato nel periodo di massima tensione tra gli Stati Uniti e i Paesi di ispirazione comunista, e lo stesso Forman, cecoslovacco emigrato in America, era tenuto sotto stretta sorveglianza dalla polizia politica ceca.
Praga, con i suoi viali, le sue stradine strette, gli eleganti palazzi signorili e i solenni interni, si presentava come l’unica città adatta per riproporre le atmosfere della Vienna di Giuseppe II, l’imperatore del Sacro Romano Impero protettore delle arti e fervente illuminista.
Gli Oscar del 1985 hanno visto trionfare questo autentico capolavoro, con ben 8 premi, tra cui miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista (Murray Abraham) miglior sceneggiatura non originale per Peter Shaffer, costumi, scenografia, trucco e montaggio sonoro.
Uno dei più grandi meriti di “Amadeus” è stato quello di portare un nuovo interesse per Mozart, la sua musica e anche per Antonio Salieri, che fino ad allora perfino nel nostro Belpaese era un compositore quasi sconosciuto ed ignorato.
A mio modesto parere, uno dei film più belli della storia del cinema.