DECISION To LEAVE - (2022) di Park Chan-Wook
Tra Mare & Montagne: Passioni, Morale e Destino avverso
TRAMA RIASSUMIBILE IN: Hae-Jun è un ispettore sposato che indaga sulla morte di un uomo gettatosi da una montagna che dà sul mare. Conosce la vedova di lui, Seo-Rae, la quale non dimostrandosi particolarmente scossa per la morte del marito diviene la principale indiziata. A complicare la faccenda sarà l’attrazione che si verrà a creare fra lei e Jun.
ANALISI & CONSIDERAZIONI: "il saggio ama l’acqua, i benevoli le montagne". Come se l’acque e la terra/la roccia fossero elementi neutrali ma complementari e caratterizzanti dell’intera pellicola.
Dove un mare calmo e silenzioso avvolge ed infrange le sue innumerevoli onde che la scuotono e poi si ritraggono su una spiaggia dominata dal rigore e l’imponenza di una montagna. Entrambi elementi che possono dare la vita come anche la morte e che tutto collegano.
Nello stesso modo si comportano i 2 protagonisti e il sentimento che finisce per legarli, rendendoli entrambi vittime di un complesso concatenarsi di circostanze e di una passione amorosa proibita ed impossibile. Tanto non riuscire più a distinguere chi dei due sia davvero una pedina e chi invece abbia davvero il controllo della situazione.
Da una parte un poliziotto integerrimo ma logorato da una vita matrimoniale che non lo soddisfa e verso la quale non sente più alcun coinvolgimento che finisce per ritrovare il desiderio verso la principale sospettata del caso che sta seguendo e titubare verso ciò ch’è giusto (arrivando persino ad aprirsi ad un perfetto sconosciuto che ha da poco arrestato).
Dall’altra abbiamo una dark-lady umana e a sua volta vittima del patriarcato, che pur conscia dell’influenza che esercita verso il proprio indagatore e pur approfittando della situazione, finirà a sua volta per sentire sempre meno il controllo della situazione che ha innescato. E ad un certo punto proverà davvero rammarico.
Ma la vera forza delle pellicola, sta soprattutto nel modo con cui l’ottimo Park Chan Wook la imbastisce. Da un sapiente utilizzo immersivo ed indagatore delle inquadrature, delle zoomate e dei grandangoli a continui ribaltamenti dei punti di vista dei personaggi. Arrivando persino ad impiegare gli stessi telefoni cellulari sulle cui schermate compaiono conversazioni e messaggi sia scritti che auditivi, registrazioni, prove di varia natura, contatti, fotogrammi e prospettive <insomma se Hitchcock fosse un regista contemporaneo probabilmente agirebbe nella stessa maniera>.
E malgrado la suspense e il senso di ambiguità imperanti per tutto il film, altrettanto preponderante è l’atmosfera romantica che permea, con tanto di cambi repentini di ritmo e di prospettiva all’interno di momenti di leggerezza e spensieratezza alternati ad esplosioni di tensione e dramma.
In conclusione “Decision to Leave” è probabilmente il titolo più Hitchcock-iano nella filmografia di Park tanto nella tecnica e nei richiami quanto nelle dinamiche e nei modi con cui quest’ottica viene calata nella presente società coreana. Una pellicola imperdibile, affascinante e a tratti struggente come sempre di meno se ne trovano e come solo questo tipo di registi è in grado di confezionarle.
VOTO: 9
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