WHO AM I - (2014) di Baran Bo Odar [Sony/Netflix]
Prima di DARK (e Mr. Robot) = Hacking, Anarchia e Cyber-spazio
TRAMONE: ambientato a Berlino, assistiamo alla confessione in cerca di salvezza del giovane Benjamin Engel ad una capa dell’Europol. L’ascesa di costui da completo outisder invisibile alla comunità appassionato d’informatica, appassionato di fumetti supereroistici e giochi di prestigio cresciuto dalla nonna materna, a membro d’un collettivo di hackers (il cui sprezzante leader lo conobbe svolgendo attività socialmente utili dopo esser stato beccato ad hackerare un sito universitario per aiutare la ragazza dei suoi sogni nello studio e superamento degli esami) che ispirandosi alla misteriosa figura di MRX [autorevole personaggio che opera nel lato oscuro dell’Internet] compiono colpi sovversivi sempre più arditi, attirandosi sia le ire dell’opinione pubblica e delle forze dell’ordine che l’ammirazioni dei giovani.
Finché le cose non si complicheranno una volta che questi, facendo il passo più grande della gamba tentando di entrare nelle grazie del loro ispiratore, si inimicheranno la cyber-mafia russa che comincerà a seminare una scia di morte.
COSE Che COSANO: prima di scombinarci e sconvolgerci le sinapsi con l’intrippatissimo show “DARK”, il valente regista svizzero naturalizzato tedesco se ne esordì con un techno-thriller sul mondo hackeristico con protagonisti degli young-adult reietti in cerca di gloria e rivalsa, animati dal desiderio d’infrangere le regole in nome dell’audacia.
La regia di Odar è solidissima, risaltata anche dalle chirurgiche tonalità grigiastre e bluastre della fotografia, mentre il montaggio inietta in egual misura tensione, adrenalina, colpi di scena e umorismo nerissimo. Senza tralasciare l’evoluzione del protagonista, il confronto con l’agente dell’Interpol che lo interroga e cerca di preservarne l’incolumità dopo averlo perseguito con caparbietà e la caratterizzazione degli altri personaggi [il capo banda carismatico, il palestrato pazzoide e il barbuto sapiente ma schivo, peccato invece che la ragazza di cui il protagonista è innamorato venga riservato meno spazio di quanto avrebbe meritato pur avendo l’utilità di smuoverlo].
Riuscendo a non scadere mai nello stucco o nella pesantezza, grazie anche ad una messa in scena incalzante in grado di costruire e portare avanti la suspense, ma soprattutto di ribaltare le carte in tavola (compreso l’escamotage di “Fight Club” sul fatto che i personaggi con cui il protagonista ha avuto a che fare siano frutto della sua fantasia finendo per sovvertire anche questa deriva narrativa) spiazzando le aspettative degli spettatori fino alla conclusione.
Lo sguardo empatico con il quale veniamo calati nella vicenda e ne seguiamo le ramificazioni sono tanto quello del suo protagonista sfaccettato, quanto quello della poliziotta che cerca di capire il da farsi.
Suggestiva infine la rappresentazione meta-fisica del Dark Web e del cyber-spazio dove gli hacker interagiscono fra loro, come gli squarci della movida notturna sfrenata e dei momenti di euforica goliardia ai quali i protagonisti si concedono. Richiamando in egual misura il cinema di Walter Hill, come quello di David Fincher e Guy Ritchie con un gusto però tutto europeo.
Mentre la soundtrack per quanto poco invasiva, dando così più spazio al sonoro, è funzionale a ciò che viene mostrato e messo in scena.
Sul lato tematico, la pellicola parla di solitudine, di ambizioni e dei loro effetti collaterali quando ci si spinge troppo oltre, di doppigiochi, dei pericoli della rete e di come nessun sistema sia sicuro al 100% e di movimenti segreti richiamanti Anonymous, senza risultare superficiale. Prendendosi i suoi rischi ma arrivando dove deve.
In conclusione “Who Am I” oltre ad essere un 1°eccellente biglietto da visita di una delle menti creative fra i più interessanti in circolazione, nonché un prodotto di sano e solidissimo intrattenimento di squisita fattura che non delude, sorprende e lascia incollati fino all’ultimo minuto.
Da recuperare sia che siate appassionati di ciò che avrebbe fatto Odar successivamente sia per coloro che volessero approcciarcisi per la 1^volta, per constatare come questa pellicola abbia inconsapevolmente anticipato di un anno il fenomeno di “Mr. Robot”, o più semplicemente chi apprezzi Thriller e Noir fatti come si deve.
VOTO: 7/8
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